Associazione Manjushri Lotsawa
”Il capace non lava la negatività con l’acqua, non toglie con le mani le sofferenze dei migratori, non trasferisce le sue realizzazioni agli altri. Libera insegnando la verità della natura ultima.“
Il pensiero buddista all’università di Pisa – lunedì 15 dicembre
Pillole di cultura
Fabrizio Pallotti e la trilogia che ha aperto all’Italia le porte del pensiero buddhista indiano nelle aule dell’Università di Pisa
Un’opera monumentale voluta da Sua Santità il Dalai Lama per creare un ponte di conoscenza tra Oriente e Occidente
È stata un’impresa di portata storica quella che è arrivata finalmente al pubblico italiano: la trilogia Scienza e Filosofia nei Classici Buddhisti Indiani, un’opera monumentale concepita e curata da Sua Santità il Dalai Lama insieme a un team di studiosi tibetani di altissimo livello, con Thupten Jinpa come curatore principale, per creare un autentico ponte di conoscenza tra Oriente e Occidente.
Lunedì 15 dicembre, alle ore 16:00, presso il Polo Piagge dell’Università di Pisa, Fabrizio Pallotti ha presentato la sua traduzione italiana di questa trilogia pubblicata da Ubaldini Editore. L’opera ha la sua genesi nelle scritture buddhiste canoniche, che costituiscono le fonti primarie di tutta la tradizione, e nei commentari dei maestri tibetani che ne hanno preservato e sviluppato gli insegnamenti attraverso i secoli. Non si è trattato di una semplice operazione editoriale, ma di un progetto visionario che ha restituito alla cultura occidentale l’accesso diretto a un patrimonio filosofico di profondità straordinaria.
In questo monumentale progetto, Pallotti si è posto con umiltà come “un piccolo ponticello”: traduttore italiano di Sua Santità il Dalai Lama, con quarantacinque anni di studio, pratica e dedizione al buddhismo alle spalle, ha frequentato dal 1979 il prestigioso Geshe Program all’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, ha praticato sutra e tantra direttamente in India e ha sviluppato programmi innovativi di educazione del pensiero, igiene emotiva e Yoga della Mente.
La sua esperienza diretta delle tradizioni contemplative, unita a una profonda conoscenza della cultura italiana, lo ha reso il mediatore ideale per rendere accessibile al pubblico italiano questo straordinario patrimonio, un’impresa che ha richiesto non solo competenza linguistica, ma la capacità di creare un dialogo autentico tra universi concettuali profondamente diversi.
La presentazione della trilogia ha segnato anche l’inizio di un nuovo percorso: è stato infatti annunciato un programma di studio basato su questi testi, che prenderà avvio con l’addestramento del pensiero critico e la pratica del dibattito, metodi tradizionali dell’educazione buddhista tibetana che sviluppano il rigore argomentativo e la capacità di analisi filosofica.
La trilogia si articola in un percorso che rivela la straordinaria coerenza del pensiero buddhista indiano, capace di integrare l’indagine sul mondo esterno con l’esplorazione dell’universo interiore. Il primo volume, Il mondo materiale, affronta la cosmologia e la concezione buddhista della realtà fenomenica con un livello di sofisticazione filosofica che sorprende il lettore contemporaneo. Non si tratta di una semplice descrizione dell’universo, ma di un’indagine raffinata sulla natura della materia, del tempo, dello spazio e della causalità, che dialoga in modo sorprendente con i paradigmi della fisica moderna.
Attraverso la traduzione di Pallotti, è emerso come i filosofi buddhisti abbiano elaborato teorie sulla costituzione atomica della materia, sulla relazione tra parti e tutto e sulla struttura del cosmo, mantenendo una straordinaria attualità. Più che una cosmologia arcaica, si è rivelata una riflessione epistemologica profonda: come conosciamo il mondo? Quale rapporto esiste tra la realtà e la mente che la percepisce? Domande che, lungi dall’essere superate, la fisica quantistica ha riportato al centro del dibattito scientifico.
Il secondo volume, La mente, ha compiuto il movimento complementare verso l’interno, offrendo forse il contributo più originale della filosofia buddhista indiana. Pallotti ha restituito al lettore italiano l’accesso a un’esplorazione sistematica della coscienza che non ha equivalenti nella tradizione occidentale per profondità e articolazione. Il buddhismo indiano ha infatti sviluppato una vera e propria fenomenologia della mente, fondata sull’osservazione diretta degli stati mentali attraverso la meditazione.
Le analisi sulla natura della percezione, sui processi cognitivi, sulle emozioni, sulla memoria e sull’attenzione hanno mostrato come le pratiche meditative millenarie si fondino su sofisticate teorie psicologiche ed epistemologiche. Particolarmente significative sono risultate le sezioni dedicate alla natura della coscienza e alla relazione tra mente e corpo, temi che oggi le neuroscienze contemplative stanno riscoprendo. Il lavoro di Pallotti ha reso evidente come queste antiche intuizioni possano dialogare in modo fecondo con la ricerca contemporanea.
È nel terzo volume, Le scuole filosofiche, che si è manifestata pienamente la ricchezza intellettuale di questa tradizione. Pallotti ha guidato il pubblico attraverso le posizioni delle quattro grandi scuole buddhiste — Vaibhashika, Sautrantika, Cittamatra (Yogacara) e Madhyamaka — mostrando come ciascuna rappresenti non una dottrina chiusa, ma una tappa di un dibattito plurisecolare.
Ciò che ha reso questo volume particolarmente prezioso è stata la capacità di Pallotti di restituire non solo le dottrine, ma la vitalità del dibattito filosofico, mostrando come ogni scuola si sia confrontata criticamente con le altre e con tradizioni non buddhiste. È così emersa l’immagine di una civiltà che ha fatto del rigore argomentativo e del confronto una vera e propria pratica spirituale.
La profonda coerenza tra i tre volumi ha messo in luce un aspetto centrale del pensiero buddhista: l’indagine sulla realtà materiale, l’esplorazione della mente e il dibattito filosofico non sono ambiti separati, ma dimensioni interconnesse di un’unica ricerca sulla natura dell’esperienza e sulla possibilità di liberazione dalla sofferenza.
In un momento storico in cui il dialogo tra tradizioni contemplative e ricerca scientifica è diventato cruciale, la trilogia tradotta da Pallotti ha offerto strumenti preziosi per un incontro autentico tra saperi. Non una sovrapposizione artificiale di categorie, ma un riconoscimento della ricchezza delle risposte elaborate in contesti culturali differenti.
L’evento del 15 dicembre, che ha visto Pallotti dialogare con Ilaria Vaglini, filosofa e pedagogista dell’Università di Pisa, è stato un’occasione di grande rilievo per comprendere la portata di questa impresa. Promosso dal prof. Gemignani e dal prof. Conversano, in collaborazione con l’Associazione Manjushri Lotsawa, l’incontro ha permesso di esplorare come il lavoro paziente e appassionato di Fabrizio Pallotti abbia reso finalmente disponibile alla cultura italiana un patrimonio filosofico di inestimabile valore.
Link Per acquistare l’intera trilogia:
Volume uno:
https://www.lafeltrinelli.it/scienza-filosofia-nei-classici-buddhisti-libro-gyatso-tenzin-dalai-lama/e/9788834018026
Volume due:
https://www.lafeltrinelli.it/scienza-filosofia-nei-classici-buddhisti-libro-gyatso-tenzin-dalai-lama/e/9788834018545
Volume tre:
https://www.lafeltrinelli.it/scienza-filosofia-nei-classici-buddhisti-libro-gyatso-tenzin-dalai-lama/e/9788834019214
La conferenza è stata registrata ed è ora disponibile integralmente su YouTube al seguente link:
👉 https://youtu.be/gLtkxC9SE7o?si=vsa0cGIovIIM9dK_
Fonte Articolo a cura di: Redazione La Giustizia

